martedì 25 novembre 2014

Lukas #9 - Zombie


ci sarebbe da fare anche un discorso sulle copertine...che oggettivamente sono sempre un bel vedere

Soggetto: Michele Medda
Sceneggiatura: Michele Medda
Disegni: Andrea Borgioli

Che poi di Lukas a ben vedere (non che serva un grande sforzo per farlo) non hai più parlato fin dai tempi del primo numero. Non credo ovviamente che Michele Medda si sia stracciato le vesti per la cosa (cioè, santo cielo, lo spero!) e non mi pare neppure che il sole abbia smesso di sorgere. Tutto per dire che ti è venuta voglia di parlare un po' di quella che al momento è la migliore serie di casa Bonelli (si, a conti fatti ti sta piacendo anche più di Orfani).


L'Horror sta nella banalità
Il nono episodio è esattamente un sunto delle ragioni per cui ogni mese aspetti con una certa scimmia il nuovo albo. Ossia la capacità di Medda di infilare una personaggio classico dell'horror in un contesto che appare quotidiano e quasi banale all'interno di una città di pura invenzione. Il tutto per far apparire, riuscendoci, come banale e comune un fatto eccezionale. 
Ma soprattutto ti piace il ribaltamento di prospettiva e la capacità dissacrante che l'autore dimostra ad ogni numero. Perchè se il titolo è "Zombie" ti aspetti di vedere degli zombie che terrorizzano il mondo e che si diffondono come una piaga. Solo che qui succede esattamente l'opposto e quindi  lo zombie appare come un poveraccio braccato e vittima degli eventi che finisce per essere la parte passiva della vera scena horror della storia. Come? Con un tocco di realismo (per quanto possa sembrare assurdo in una storia con i morti viventi). 
Se lo zombie finisce per essere una vittima inconsapevole e tutti i suoi limiti motori e intellettivi ci ricordano che per credere in un mondo dominato da queste "cose" serve una certa dose di sospensione dell'incredulità che qua non trova, saggiamente, alcuno spazio, è anche vero che quella scena finale estremamente violenta e dalle forti tinte splatter risulta davvero disturbante. Non perché ricca di particolari efferati o perché eccessiva, ma per il semplice fatto che ti spara in faccia un dato reale, ossia il processo inesorabile di spettacolarizzazione della morte e di conseguente insensibilità alla stessa. Dico sul serio: vedere una scena con dei ragazzi che filmano un massacro e si divertono a turno è molto più efficace di un branco di zombie che dilaniano qualche idiota che si è lasciato catturare.

E la serie? 
La serie va a gonfie vele. Almeno qualitativamente. Il discorso vendite non mi interessa e non ho alcun dato in tal senso (e mi fido solo da quelli eventualmente forniti dalla Bonelli) e si, sto dicendo questa cosa per ricordare che mi infastidisce parecchio leggere post scritti a cazzo da gente che si inventa le cose di sana pianta o che annuncia le chiusure delle serie per il solo fatto che non le legge che non gli piacciono.
Qualitativamente. La serie è lenta (in senso buono), ricca di dialoghi decisamente fuori dagli schemi bonelliani e ricca di situazioni originali e più in generale rappresenta una lettura davvero molto piacevole. Inizialmente non avevi apprezzato il massiccio uso delle didascalie, ma è questione di farci l'abitudine.
Avevi grosse aspettative e  fa piacere dire che sono tutte state esaudite.

Disegni
Anche sul fronte dei disegni la serie presenta una qualità media decisamente alta e Borgioli non fa alcuna eccezione.

Voto
Soggetto: 8
Sceneggiatura: 8.5
Disegni: 8




1 commento:

  1. Non si può che essere d'accordo. Su tutto, pure sulla migliore serie Bonelli. Ricordavo il Medda di NN, questo non me lo fa rimpiangere

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