martedì 2 settembre 2014

Nathan Never #279 - La ricordante

Soggetto: Mirko Perniola
Sceneggiatura: Mirko Perniola
Disegni: Michela Da Sacco e Stefano Santoro

È quasi con sorpresa che ti appresti a dire che la storia in oggetto ti è piaciuta. Non ti ha fatto impazzire (ma non è che ogni albo debba sempre essere il migliore), ma lo hai letto anche abbastanza volentieri e soprattutto senza il solito sopracciglio alzato. E sapete perchè? Beh vediamo un attimo di spiegare. 


C'è un agente privato 
Intanto si tratta di una storia abbastanza semplice dall'intreccio non banale. Un incidente durante una missione provoca la morte di un uomo mentre in un posto completamente diverso una giovare hacker è braccata senza pietà da uomini decisamente potenti e i cui scopi appaiono oscuri. Quante volte da tali premesse abbiamo visto sbocciare una stora senza capo ne coda? Ecco, stavolta no. Perchè stavolta l'autore decide di occuparsi nello specifico di due cose: dell'indagine vera e propria e dei personaggi mettendo in piedi un interessante confronto tra Nathan e Nyx (la giovane hacker di cui sopra). Nulla di originale o di particolarmente innovativo sia chiaro, ma quantomeno tutto ben costruito e pure raccontanto con una certa dovizia cercando, dove possibile, di sfuggire ai soliti stereotipi del genere. 
Manca lo spazio però... 
Ovviamente il tutto sarebbe riuscito meglio con qualche pagina in più. Forse parecchie pagine in più. La trama è abbastanza contorta (cosa buona e giusta) e questo rende davvero difficile gestirla nelle solite 94 pagine. Tutto ciò ovviamente impone a Perniola di operare alcuni tagli (o rinunce credo sarebbe più giusto dire) che fanno sentire il loro effetto sulla godibilità complessiva e per certi versi anche sulla chiarezza stessa della trama. Così l'intrigo politico resta oscuro fino alla fine quando, per dipanarlo, interviene uni spiegone di quelli belli pesanti o, cosa ancora più evidente, l'intero scontro finale presenta delle carenze logiche frutto della necessità (1). Idem, e qui si respira il senso di occasione mancata, per quanto concerne la scena finale, dove un incontro che avrebbe potuto essere emotivamente potente passa del tutto in sordina.
Scelte dannose che però vengono effettuate per fini che possiamo decisamente accettare dal momento che l'azione e alcune scene di contorno vengono sacrificate per lasciare spazio all'indagine vera e propria.

Disegni 
Ribadendo per l'ennesima volta che le copertine post De Angelis non ti piacciono (ma ribadendo che Giardo è un signor disegnatore) sia per una questione di soggetti (che trovi decisamente troppo datati) sia per un discorso di colorazione (quel viola è un cazzotto che ti prende occhio e setto nasale in pieno), aggiugiamo pure che Da Sacco e Santoro fanno un buon lavoro che alla fine ti risulta assolutamente godibile.

Concludendo 
Sarà pur vero che i capolavori sono altra cosa. E pure le grandi storie (2) . E però questa è una storia di buona qualità che se rappresentasse la media tenuta dalla testata negli ultimi due anni sarebbe passata quasi inosservata. Perchè alla fine non chiedi molto, giusto qualcosa che si lasci leggere. 

Voto
Soggetto: 6.5
Sceneggiatura: 6.5
Disegni: 7




(1) Si suppone che un potente uomo politico che voglia far uccidere delle persone non si rechi personalmente in loco in modo da farsi beccare e rimetterci la pelle. Ma è anche ovvio che non c'era lo spazio materiale per risolvere la cosa in modo diverso. 
(2) Chiariamo. Quando parli di capolavori intendi storie come:
NN #27 - Cuore di tenebra
NN #29- L'ultima onda
Gigante #2- Odissea nel futuro
NN #66 - Hadija
NN #113 - Flashpoint
NN #125 - Chi è Solomon Daver?

Quando parli di grandi storie ti riferisci invece a cose come:
NN #72 - Il sogno della farfalla
NN #111 - Le belve
NN #122- Segnali dallo spazio
NN #201-202- L'inafferrabile /La torre dell'orologio 
NN #258- Haiku

Per fare qualche esempio.... 




 

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