venerdì 12 luglio 2013

Dampyr #160 - La Monaca.


Una storia robusta, una narrazione molto solida e dei disegni bellissimi. E lo so che sembra la descrizione della nuova Golf, ora smetto. Una bella storia quindi. Si e no. Convincente e scritta molto bene senza dubbio, ma non appassionante o trascinante. Che per carità, va bene anche così, non pensate che si tratti di una critica.....semmai vale il fatto che il lettore è SEMPRE incontentabile. 

Di tutto un po'  
Dentro a questa storia c'è un  po' tutto quello che è Dampyr, mistero, principi infernali, sacrifici ed antichi riti. E si, ovviamente anche dei personaggi solidi, convincenti e che non si limitano a ripetere i vari stereotipi del genere. Insomma, una storia ortodossa che tende a soddisfare il lettore di vecchia data. 

C'è però che... 
....l'ortodossia è una bella cosa che rende sempre esenti da critiche (pure qui), ma che limita un po' la creatività. Ovviamente io non conosco Claudio Falco (se anche lui legge questo blog come altri autori non so dirlo) e non so dire se nello scrivere questa storia si sia dovuto limitare a causa dei necessari paletti editoriali (si dirà così?) o se era proprio la storia che voleva scrivere e nel modo in cui voleva scriverla. Nel primo caso parleremo di autore "legato", nel secondo di autore "tradizionalista". Ma adesso non importa. 
Importa semmai che la narrazione procede in modo lineare, senza scossoni e senza quel qualcosa che la renda più che un buon episodio ordinario. 

Il linguaggio
Osservazione di carattere personale. Una delle cose che apprezzi di Dampyr è il ricorso ai dialetti quando ha senso che vengano usati visto che danno un maggior senso di realismo. Però, ecco, io sono metà veneto e metà friulano (....) e a tratti ho avuto qualche difficoltà a capire qualche dialogo privo di traduzione. Conta poco, ma faccio solo notare la cosa. 

Disegni
Parlare di disegnatori di Dampyr è come parlare di quelli di Tex: un discorso ripetitivo su quanto sono maledettamente bravi e dove fa notizia solo qualche raro (rarissimo!) scivolone. Genzianella poi è uno che proprio ti prende per mano e ti porta a vedere la città di notte a  guardare per bene in faccia i suoi personaggi. Grande come al solito. 

Quindi
Una storia che funziona, ma che non appassiona. Una storia che soddisfa, ma magari non appare indimenticabile. 

Valutazione
Soggetto: 6.5
Sceneggiatura: 6.5
Disegni: 8







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