venerdì 8 febbraio 2013

Dampyr #155. Il sigillo di Lazzaro


E poi capita che in una storia ci sia quasi tutto quello che ti ha portato ad amare una serie, ma che, paradossalmente il risultato sia inferiore alle aspettative.

Intanto la storia
Dissipiamo subito i dubbi superflui. Il sigillo di Lazzaro sarebbe anche una buona storia che si fa leggere volentieri. Inoltre è una storia ricca di elementi importanti ai fini della continuity e di ritorni illustri e con un'ambientazione affascinante (tra i ritorni: i Lupi Azzurri, il maestro Saint-Germain e il demone Vassago). Detta così sembra che l'incipit di cui sopra sia stato scritto per errore, quindi vediamo di spiegaci.
Tanti elementi possono anche diventare troppi per sole 94 pagine. E infatti abbiamo troppi personaggi. Tutti di grande impatto e tutti meritevoli di maggiore spazio rispetto a quello che trovano in questo albo. I Lupi Azzurri, il ritorno più gradito, finiscono per perdersi molto presto e per non avere un grande ruolo, mentre Vassago (che resta un villain di grande spessore) compare sulla scena senza suscitare alcun tipo di entusiasmo. Infine, travolti dal marasma di eventi e di ritorni ci troviamo di fronte ad un finale affrettato e carente di pathos.
Colpa di Cajelli? Direi di NO (e ci tengo a dirlo...). Credo che la storia si frutto di esigenze specifiche: portare avanti la serie dopo tanti riempitivi e farlo in un solo albo. Fosse stata dipanata su 188 pagine forse ne staremo parlando diversamente.
Nota a parte per l'uso che si è fatto della città de L'Aquila. A parte quattro chiacchiere da bar tra Harlan e Kurjak sulla burocrazia e un affascinante spiegazione relativa ai parallelismi tra il capoluogo abruzzese e Gerusalemme non c'è altro. O meglio: l'ambientazione non aggiunge nulla alla storia. E questa è l'unica vera osservazione che mi permetto.....

Disegni
Il disegnatore era di quelli buoni, ossia Fabrizio Russo (a caso: Dampyr nn #67, #76, #83 e via dicendo). Una prova discreta che però alla fine non presenta particolari picchi qualitativi e presenta qualche sbavatura qua e la. Non male, ma neppure eccezionale.

Valutazione
Soggetto: 6
Sceneggiatura: 6.5
Disegni: 6


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