lunedì 27 febbraio 2012

Chaos War

Una saga parzialmente oscurata (a livello di mera promozione) dalla concomitante uscita di quella mezza ciofeca di Fear Itself che avrebbe meritato maggiore attenzione. Perchè Chaos War è davvero una bella saga. Non un capolavoro sia chiaro, visto che il tema di fondo, ossia la lotta per la salvezza dell'intero Multiverso, non è certo molto originale. Però va dato atto a Greg Pak e a Fred Van Lente di aver dato vita ad una storia molto godibile, usando a pieno le potenzialità dei tanti pantheon divini esistenti nell'universo Marvel.


La saga è anche e soprattutto la sagra dei ritorni illustri. E tutti ad effetto. 
Innanzitutto torna Ercole. E se già era paurosamente forte prima ora, in versione superdivina, è semplicemente uno spettacolo di potenza. Certo, di fondo resta un idiota troppo impulsivo e poco lungimirante. Ma adesso mazzuola a destra e a sinistra che è un piacere. 
Torna anche la Squadra degli Dei, e con personaggini mica da ridere. Oltre al già citato Ercole abbiamo anche Thor, Sersi (degli Eterni), Galactus, Silver Surfer (si lo so che non è un dio...), Venere e Daimon Hellstrom (che era ora che gli facessero fare qualcosa...). 
Poi torna (ed era davvero ora) l'Alpha Flight. E intendo dire AL COMPLETO! Certo, va anche detto che la loro apparizione per il resto non aggiunge nulla alla trama. Ma alla fine chi se ne frega! L'Alpha Flight è tornato e tanto basta.
Non paghi di questi ritorni gli autori decidono di darsi anche alle resurrezioni (che in realtà in casa Marvel sono eventi normali quanto i raffreddori di stagione..). In una storia pregevolissima rivediamo alcuni X-Men caduti tempo addietro. Che sono: Thunderbird, Banshee (appunto), Moira, le due naiadi Esme e Sophie (che essendo le uniche naiadi morte era facile...) e l'Uomo Multiplo (che in realtà anche se rimaneva morto faceva lo stesso...). 
Finito? No. In quella che è forse la parte più pregevole della saga vediamo tornare in vita alcuni Vendicatori. E anche qui non si scherza. Capitan Marvel (che da solo basterebbe) Visione (si, quello che ha fatto saltare in aria la torre dei Vendicatori e stava e con quella psicopatica di Scarlet), Spadaccino, Dottor Druido, Calabrone (Rita DeMara) e Deathcry. 

E si combatte. Tanto, tantissimo. E combattono tutti e dappertutto. Scontri immani negli inferi (tutti gli inferi possibili), con l'epico scontro tra Satana e Re Caos, in Terra, dove Zeus mazzuola un po' tutti e poi viene mazzuolato a sua volta, nei pantheon divini, dove Re Caos fa una strage. 
Menzione d'onore va allo scontro tra Thor e Glory. Epico, immenso e devastante. Se qualcuno non sapesse perchè Thor è semplicemente il più grande degli eroi Marvel si consiglia la visione di questo duello. Dove il tonante affronta una creatura che accorpa in se 10.000 dei di circa 1000 mondi.

E ci sarebbero altre cose da dire. Tipo di quanto mi sono piacuti i disegni di Khoi Pham. Che per la nota mi sono piaciuti molto. 

Chiudiamo.
Non sarà un capolavoro, ma la lettura è altamente consigliata. C'è di che divertirsi e sentirsi soddisfatti. 

domenica 26 febbraio 2012

Nathan Never # 247-248 - Scontro Finale

Nathan Never, albi 247 e 248
Dopo 3 eccellenti albi arriva il momento di affrontare lo scontro finale destinato a chiudere la saga della Guerra dei Mondi. Il compito non era per nulla facile date le enormi aspettative che gli albi iniziali avevano generato. E va subito detto, a scanso di equivoci, che Vietti è riuscito a superare ogni più rosea aspettativa. 

Trama
Innanzitutto va dato atto a Vietti di essere riuscito a creare una trama coinvolgente, emozionante e sorprendente (quest'ultima qualità in particolare è quella che fa la differenza) senza discostarsi troppo dalla canonica narrativa di guerra e dalla classica dicotomia tra il "bene", rappresentato dagli Agenti Alfa, e dal "male" rappresentato da Aran Darko, che assume qui, finalmente, la veste del nemico diabolico e spietato che ne aumenta la levatura.

Sia chiaro: non si tratta di un classico confronto nel quale i personaggi sono bloccati all'interno dei classici cliché dell'eroe senza macchia e del nemico senza onore. Anzi. La guerra dispiega tutti i suoi effetti devastanti sulla vita  dei protagonisti che ne escono profondamente cambiati. Non vengono meno i principi di fondo che ne governano l'esistenza, ma di fatto si chiudono alcune porte e se ne aprono altre. E qui stanno i meriti più evidenti di Vietti.  Nulla di quello che succede è casuale, ma semmai è sempre la logica conseguena di quanto già accennato e sviluppato negli albi precedenti. Una cura del dettaglio e, specialmente, della psicologia umana che merita un plauso. Per certi versi la storia più "Meddiana" (nel senso di Michele Medda) mai scritta da Vietti. Senza dimenticarsi però gli elementi Viettiani che raggiungono l'apice nella missione d'attacco all'Uni-Mente.

Ma, appunto, la perla sta nell'analisi introspettiva dei personaggi. Che emerge qui con naturalezza per mezzo dei dialoghi senza alcuna forzatura. Per fare qualche esempio: lo scambio tra Branko e Mendoza (NN 247) con Betty che ascolta nell'ombra,  il dialogo (esaltato dagli splendidi disegni di De Angelis) tra Kay e Resya (sempre NN 247), il drammatico confronto tra Legs e Janet (dove il dolore e la delusione di quest'ultima colpiscono per la naturalezza e la genuinità), il terribile, a modo suo, dialogo tra Betty e Sigmund, dove ciò che risalta è l'incomunicabilità tra due mondi diversi e due differenti visioni della vita (e dite quello che vi pare, ma Betty in questa saga, specie in questi due albi, ha acquistato finalmente una personalità che la rende una piacevole novità). Il massimo Vietti lo raggiunge nel secondo albo (NN 248). Qui assistiamo a un'inatteso sprazzo di debolezza di Darver, ai cedimenti di Elania che ne esaltano l'umanità che troppo spesso era stata solo abbozzata, un confronto duro e sincero come non si vedeva da tempo tra Legs e Nathan, l'unico sprazzo di "normalità" di Kos Aradan Primo, un scambio tra Tecnopati che ci ricorda come non siano degli eroi ma ragazzi vittime di due guerre (la prima che li ha trasformati e questa) che nella loro fragilità e debolezza cercano di dare un senso alle loro vite. E infine quel dialogo, nella notte e tra le macerie, tra Legs e Nathan. Lo abbiamo atteso per anni. E c'è più Nathan Never in quelle 3 pagine che in 20 albi precedenti.  
E a volte non seve neanche parlare. La sequenza che va da pagina 50 a pagine 53, all'insegna dei "contatti pericolosi", è semplicemente da incorniciare e consegnari agli annali. Lo dico ancora: complimenti a Vietti.

Ma c'è dell'altro. Ed è l'azione alla stato puro. Sequenze spettacolari, attentamente preparate e spiegate al lettore senza tediarlo mai con eccessi di alcun tipo. Tutto si sviluppa con chiarezza. Ma il finale è sorprendente. Nulla di scontato accade nel confronto tra Darko e l'Agenzia e la soluzione definitiva è a sua volta drammatica e dolorosa. Come detto all'inizio. Due albi spettacolari e da ricordare. 
Ci sarebbe altro da dire, riguardo a molti personaggi secondari e non (tra i vari Gloria Anderson, Betty e l'ammiraglio Tolwyn, ma lo faremo un'altra volta).

Disegni
Eccezionale come sempre il lavoro di De Angelis che disegna tutto il primo albo ("L'Uni-Mente") e le prime 73 pagine del secondo ("Scontro Finale"). Eccellente nel raffigurare gli interni di Sub City e dell'Uni-Mente, mentre della sua immensa bravura nel disegnare i personaggi, specie quelli femminili, non c'è nulla da aggiungere (Elania Elmore non è mai stata disegnata tanto bene, idem per Betty, mentre da sempre penso che il suo Sigmund sia il migliore). Mi permetto di far notare che da pagina 57 del secondo albo si nota un leggero calo, benchè il livello resti altissimo.
Le ultime 25 tavole sono toccate alla coppia composta da Barbati (matite) e Casalanguida (chine). Un lavoro breve ma che ha delle indubbie qualità, specie perchè non si discosta da quello di De Angelis dando un senso di continuità per nulla semplice da realizzare. In particolare bella la sequenza che va da pagina 86 a pagina 90, nonchè l'ultima vignetta che chiude l'albo.

Valutazione.
Soggetto: 8.5
Sceneggiatura: 9.5
Disegni: 9

Altre recensioni della Guerra dei Mondi:
L'inizio (albi 239-243)
Il giorno più lungo (albi 244-245)
I difensori (albo 246)

Osceno!

Premessa: sono un tifoso sfegatato della Juve. Da sempre.
Premessa 2: Ieri sera il risultato è stato l'emblema della falsità.
E che vuoi dire di questa porcheria??? 

Innanzitutto è scandaloso che il gol di Muntari non sia stato visto. Era entrato di circa 1 metro e, a parte la terna arbitrale, se ne sono accorti tutti. E qui si torna al solito discorso. Errare è umano, ma non cercare mai alcuna soluzione, nonostante la tecnologia odierna, è una fesseria. Per non dire altro.

Il gol annullato a Matri è un altro errore. Ma non facciamo la cazzata di parlare di "compensazione". A casa mia 1 errore + 1 errore da per risultato 2 errori. Non una cosa corretta.

Sta di fatto che anche il valore dei due errori è diverso. Sul 2-0 quel Milan (davvero impressionante ieri sera) chiudeva la partita. Non è una certezza, nel calcio non si sa mai, ma è comunque la sensazione che abbiamo avuto tutti. Ossia che la Juve, per la prima volta in stagione, fosse arrivata ad un passo dallo sfaldarsi. E, appunto l'ha salvata l'errore arbitrale.

Infine il fallo di Mexes. Era impossibile vederlo. Per questo c'è la prova tv. Evitiamo polemiche anche su questo.

Non mi è per nulla piaciuta la partita di ieri sera. Anche se la Juve ha portato a casa un punto che vale oro. Perchè alla fine è un risultato falso.

sabato 25 febbraio 2012

Rinvio

Vi rimando a questo post su Comicsblog. Buona lettura.

P.S:  annotazioni fondata sul gusto personale. Lanterna Verde è solo Hal Jordan, gli altri sono degli usurpatori. Sentry, invece, è semplicemente inarrivabile. Chiedere a Thor e agli altri Asgardiani per avere maggiori informazioni (ossia leggere Assedio.....crossover Marvel..)

venerdì 24 febbraio 2012

Nathan Never #246 - I Difensori

Dopo lo spettacolare e devastante attacco dell'Impero Marziano alla Città della Costa Est (qui) arriva il momento con questo "I Difensori" (NN246) di scoprire cosa sta succedendo nel resto del Mondo e come le forze superstiti e gli agenti Alfa stiano reagendo al tentativo di invasione delle orde di cloni mutanti.

Diciamolo subito: si tratta di una buona storia dall'inizio alla fine. Minata però da alcune semplificazioni che riducono drasticamente la verosimiglianza degli eventi narrati.
Andiamo con ordine.

La trama
Di base le idee impiegate da Vietti sono molto buone. Non sono originali, ma va detto che sarebbe stato davvero molto difficili esserlo data l'immensa mole di racconti di guerra esistenti.
Veniamo immediatamente calati nella realtà di Sub-City, nuovo centro di comando delle forze della resistenza terrestre e subito dopo, tramite un apprezzabile espediente narrativo (il racconto fatto da Jason Hyde a un gruppo di bambini desideroso di distrazioni) veniamo a conoscenza della situazione nel resto del Mondo. Niente inutili riassunti di quanto già visto, nessun eccesso di spiegazionisimo (cosa che rimane costante in tutto l'albo) e nessuna immagine non necessiaria allo sviluppo della trama. A ciò va aggiunto anche l'ottima qualità dei dialoghi che, fatto salvo un paio di casi isolati (e quindi trascurabilissimi), non cadono mai nella classica e banale retorica tipica della guerra. Sorpresa: mancano quasi del tutto (e la cosa vale per l'intera saga) i riferimenti all'eroismo dei protagonisti.
Ovviamente il ritmo è decisamente più lento rispetto a quello dei due precedenti albi, dove la tensione era sempre tenuta alle stelle, ma questo non è certo da considerarsi un difetto, bensì una ovvia conseguenza degli eventi che vengono narrati. Qui infatti non si parla di un attacco a sorpresa o di una battaglia senza tregua, ma della vita dei superstiti nel mezzo delle macerie della città caduta.

Iniziano inoltre i drammi personali dei singoli protagonisti che prenderanno poi il largo nei due albi a seguire. Nel mezzo della guerra i rapporti personali vengono ridisegnati e i ruoli riassegnati. Così capita che vecchie storie mostrino pericolose crepe (Legs e Janet), che persone solitamente granitiche diano segni di cedimento emotivo (Janet nel dialogo con Kay) o si trovino a ripensare al proprio ruolo (Janine) o mettono in dubbio tutto ciò in cui credono (Branko, preannunciando verosimilmente il ritorno della saga dei Mutati alla fine della Guerra dei Mondi....). Rapporti umani che cambiano e vecchi personaggi che tornano dopo tanto tempo in quelle che sono le pagine più tipicamente Neveriane (nel senso del Nathan Never delle origini) che Vietti abbia mai scritto.

E fin qui tutto bene.
Ma poi ci sono le note dolenti. Che sono rappresentate da una serie francamente poco credibile di semplificazioni, che sebbene molto funzionali al prossimi futuro della continuity, sono decisamente dannose all'interno della storia in questione. Intanto prosegue la lunga serie di miracolosi salvataggi di cui gli agenti Alfa continuano a beneficiare. Nell'ordine: 1) prima Nathan viene salvato da Morrigan (che guarda caso gli era anche stato chiesto di cercare a tempo perso) durante una missione nella quale il nostro eroe fa una figura pessima (l'intera squadra annientata da una sola sentinella...), poi 2) Legs e Nathan scappano dai droidi subacquei perchè, caso fortunatissimo, si trovano proprio nei pressi del vecchio covo delle telepati oscure (NN 240-241) e dopo aver recuperato Link 3) vengono salvati dall'intervento di un plotone inviato da Olsen. Senza che si capisca con quale autorità l'assistente di Elania Elmore abbia potuto dare ordini alle truppe del generale Moses.....
A questa serie di colpi di fortuna, che sarebbero comunque passabili, si aggiungono due eventi decisamente eccessivi per essere davvero credibili. Il primo è la morte di tutti i tecnopati della Città tranne QUEI TRE. Infine l'individuazione dell'Uni-Mente da parte di Jerry Lone. L'Uni-Mente (di cui Lone sa il nome esatto sebbene nessuno nell'albo l'avesse mai chiamata così e questo dovrebbe essere un elemento noto solo a Darko, Kane e l'Imperatore) si trova in un luogo assolutamente idoneo a differenza di quanto si può pensare. Semmai il problema è che non ci sono difese che impediscano ai velivoli nemici di avvicinarsi....

Disegni.
Era difficile fare bene dopo la sontuosa prova di Olivares nei due albi precedenti. E invece Sergio Giardo ci riesce benissimo. I disegni, che si caratterizzano per un tratto decisamente classico e che ricorda molto il Nathan dei primi anni, sono in generale ottimi. In particolare ricordo le sequenze alle pagine da 10 a 13, quelle da pagina 24 a 31, poi 53-55 e 69-77. Ottima la resa dei singoli agenti Alfa.

Insomma. Un buon albo di transizione tra l'inizio della guerra e lo scontro finale. Anche se, senza alcune semplificazioni, avrebbe potuto essere ancora meglio. Nota di merito a Giardo, che si trovava schiacciato tra due mostri sacri come Olivares (per i primi due albi) e De Angelis (per i due successivi) e riesce a fare un figurone.

Valutazione.
Soggetto: 7 
Sceneggiatura: 7
Disegni: 8

Altre recensioni alla Guerra dei Mondi:
La guerra dei Mondi, NN 239-243
Il giorno più lungo, NN 244-245

martedì 21 febbraio 2012

After Dark. Murakami Haruki.

After Dark è un libro decisamente diverso dalla media alla quale Murakami ha abituato i lettori. Nessuna suggestione surrealistica, nessun elemento "fantastico" e  nessuna allucinazione onirica. Non assomiglia quindi a "1Q84", a "Dance Dance Dance" o a "Kafka sulla spiaggia" (di cui mi riprometto di parlare nei prossimi giorni).
Ma a ben vedere non ci sono neppure i drammi personali e le disanime intimistiche che caratterizzano romanzi come "Norwegian Wood" o "La ragazza dello Sputnik".

E allora che cos'è questo "After Dark"?
Una cosa semplice. La storia di una notte. O meglio (perchè sempre di Murakami si parla) la storia di 6 personaggi che si incontrano, per caso, in una notte come tante altre, nel cuore pulsante della "bestia". Dove la bestia è l'immensa città di Tokyo.

Si comincia da Mari, studentessa di 19 anni, che passa la notte in un bar leggendo un libro. Personaggio affascinante. Come può esserlo una ragazza sola nella notte, tendenzialmente asociale e malinconica. Attorno a lei ruoteranno le altre storie. Nel bar infatti entra Takahashi, studente (si fa per dire...) che suona il trombone in un gruppo Jazz. Il ragazzo conosce Mari. Ma soprattutto la sorella di lei, la bellissima Eri. Che dorme a casa sua. Ma è un sonno strano, troppo profondo che scopriremmo, per bocca di Mari, non essere del tutto normale. Dorme in una stanza quasi spoglia dove c'è una tv che si accende e qualcuno osserva. Ma la notte è lunga e Mari, a suo modo, si trova ad avere a che fare con una prostituta cinese che è stata picchiata in un Love Hotel da un mite impiegato con qualche demone dentro. La direttrice del Love Hotel, ex lottatrice, le chiederà una mano. E la storia procederà. Via via sempre più intensa e profonda fino a farci conoscere nell'intimo Mari e tutti i personaggi che in una notte si possono incontrare. Ma è una conoscenza, quella che abbiamo dei personaggi, limitata. Perchè? Perchè in una notte non ci è dato di sapere più di quanto le persone sono disposte a dirci. E allora ci limitiamo ad afferrare brandelli di confessioni. 

Una storia fatta di lacerazioni e tagli. Di separazioni. Ma, e qui sta il bello, priva di pessimismo e fatalismo. Soprattutto una storia normale, dove dall'enorme mosaico composto da personaggi diversi e, per certi versi, inavvicinabili, traspare un forte senso di solidarietà. Ogni personaggio finirà per incidere sulle scelte del'altro e per stopparne una routine fine a se stessa e mai fine alla felicità.
Due sono i personaggi che più si imprimono nella memoria: le due sorelle, Mari ed Eri. La prima è l'anima del racconto, la seconda è la vittima (se così si può dire) consapevole di se stessa. Due anime diverse e divergenti. Ma anche due cuori che battono all'unisono in una ricerca spasmodica e inconsapevole della metà mancante.

Oscilliamo tra realtà e sogno. Che rimangono però distinti. Anche se alla fine rimane il dubbio che, nel cuore della notte, esista davvero una differenza tra ciò che è reale e ciò che immaginiamo.
E alla fine vorremmo sapere dove ha portato la notte. Ma al sorgere del sole tutto finisce. E una notte può cambiare molte cose, ma solo il tempo ne porta i frutti. Vi chiederete cosa voglia dire. Leggete il libro e lo saprete :-).

P.S: anche lo stile narrativo è molto diverso dagli altri lavori di Murakami. Vediamo tutto attraverso una telecamera immaginaria, come spettatori davanti ad uno spettacolo televisivo in cui tutto è accompagnato da una voce narrante fuori campo. Un esperimento post-modernista. Ma decisamente riuscito.

Altri libri dello stesso autore. 
1- Dance Dance Dance
2- Norwegian Wood 
3- 1Q84

lunedì 20 febbraio 2012

RAQIYA. Ovvero qualcosa che vale la pena di leggere.

Di per se Raqiya non è esattamente così originale come si dice qua e la (e come hanno ben capito i lettori). Alla fine di base siamo sempre su uno dei temi più usurati dell'universo Manga: l'Apocalisse in salsa mistica cristiana. Che però, per quanto sia un tema ricorrente, è sempre molto evocativo, specie quando l'autore anzichè lasciarsi andare ai soliti 4 luoghi comuni decide di approfondire l'argomento e di trattarlo da un'ottica diversa.
E qui l'ottica è quella dello scontro, iniziato tra II e III secolo (D.C....) tra la chiesa cattolica e la dottrina gnostica.  Lo scontro si concluse con la vittoria indiscutibile della prima corrente (che al tempo prendeva il nome di "ortodossia") che divenne il culto ufficiale  e l'annientamento della corrente avversa che venne bollata quale eresia. Bene. Presupposto di questa serie breve (si tratta di 5 albi editi da Panini) è che lo scontro non sia affatto finito e che gli gnostici siano ancora tra noi e attendano, nell'ombra, l'ora della vendetta.

Al centro di tutto c'è Luna. Splendida ragazza che studia e vive (all'inizio della storia....) negli Usa. Luna ha vissuto un dramma quando era bambina. Ma quel dramma è stato cancellato almeno per un po', in attesa di tempi migliori a seguito di un patto concluso con una figura di discreto peso nell'esistenza dell'universo....(leggete e saprete cosa diavolo sto dicendo....).  Da qui il tema dominante della serie: chi è esattamente Luna? Umana, dea madre di dio o demone distruttore dell'umanità? Destinata a spezzare gli uomini o a restituirli a Dio? Ecco, non lo so ancora (al momento ho letto i primi 3 numeri :-)), ma di certo non ve lo vengo a dire così a gratis.
In ogni caso oltre ad una buona idea, Masao Yajima mette in piede un'ottima sceneggiatura che alterna momenti mistici a ottime accelerazioni all'insegna della pura azione, senza trascurare qualche gag comica incastrata sempre a pennello.
Nota a parte per i disegni di Boichi. Nulla di nuovo rispetto a quanto ci aveva abituato: tanta cura nei dettagli e personaggi decisamente convincenti. Potrei dire altro, ma tanto una volta detto che i disegni sono ottimi non resta molto altro...
Acquisto consigliato. Ma per davvero stavolta! 

domenica 19 febbraio 2012

Nathan Never #244-245. Il giorno più lungo di Nathan Never.

E cominciamo a parlare di questa seconda parte (albi 244-249) della "Guerra dei Mondi". Tanto per ricapitolare ricordo che della prima abbiamo (albi 239-243) già parlato qui . Invero è assai difficile parlare di questa seconda parte dedicata agli eventi bellici senza dividerli in più sottogruppi (e solo alla fine, nei prossimi giorni farò una valutazione complessiva della saga).

Cominciamo allora a parlare del primo giorno. Ossia di "Distruzione" (NN 244) e "Il giorno più lungo" (NN 245).


La trama
La storia inizia decisamente bene. La città è sotto attacco da parte degli immensi tripodi di Marte. Il panico dilaga e i civili vengono massacrati. E qui il primo complimento a Vietti: se l'idea era quella di rendere l'immagine di una città nel caos e divorata dal demone della paura va detto che il risultato è senza dubbio stato raggiunto. Quel tocco di orrorifico nella rappresentazione dei soldati mutanti marziani e le carcasse di ossa umane che appaiono qua e la fanno il resto. Certo: l'idea del tripode non è originalissima, ma visto il titolo della saga ci sta tutto. Per di più che Olivares li rende a meraviglia (e sull'eccellente lavoro di Olivares torneremo più sotto).
La trama infatti procede spedita che è un piacere e subito possiamo apprezzare due caratteristiche che si manterranno immutate anche negli albi a seguire: 1) gli eventi che Vietti decide di narrare sono relativamente pochi e quindi molto dettagliati (e questo è un bene visto che la saga della guerra tra Terra e Stazioni era invece troppo caotica); 2) la scansione temporale degli avvenimenti è molto ben curata e tutto arriva a compimento senza che si percepiscano forzature di sorta. Due scelte narrative che ho apprezzato molto e che rendono la storia molto più godibile, complice anche un ritmo serrato e incalzante che non presenta alcun momento di stanca. Difficile non apprezzare la battaglia per la Galahad Shield o la debordante potenza della Ares, nave madre della flotta di invasione marziana.
Mano a mano che scorriamo le pagine aumenta il volume dello scontro. La battaglia si intensifica gradualmente, i colpi di scena si moltiplicano (senza che Vietti si lascia mai andare a pacchianate di alcun genere) e il senso di dramma cresce inesorabilmente.


I protagonisti
Al tempo stesso vengono gettate, molto bene, le basi dei successivi sviluppi. I primi due confronti (verbali) tra il redivivo Aran Darko, vera anima nera della serie (e peraltro la sua parte è una delle cose più riuscite della saga) e Atticus Kane fanno già presagire eventi futuri.
Idem i primi cedimenti emotivi di Elania Elmore, tanto nel confronto con Nyda Maverick e la ricerca ossessiva e disperata del figlio(1) dal quale emergono tutte le sue difficoltà nel confrontarsi con un ruolo che troppo spesso esonda le sue forze (e tema costante di molte storie passate). Peso che dimostra di subire quando deve appartarsi in bagno per poter sfogare la frustrazione e la tensione con un pianto liberatorio.
Ho apprezzato molto anche la caratterizzazione di Gloria Anderson. Dura, determinata e priva di esitazioni. E decisamente al posto giusto nel momento (storico) giusto.

Comincia a muoversi qualcosa anche nei rapporti interni all'Agenzia. Nel senso dei rapporti personali assistiamo a un acceso dibattito tra Betty e Nathan (che peraltro la ragazzina qualche ragione ce l'ha a dire il vero) o al duro confronto tra quest'ultimo e Sigmund. Confronto nel quale Nathan ricorre a una pesante dose di cinismo nel canzonare l'eroismo interessato del polacco. Mica male.

Ma il top è senza dubbio il ritorno di Legs (e Janet). Anzi: lo scambio, veloce ma ricercato, di sguardi tra Legs e May. Una cosuccia che aspettavamo solo da 7 anni e che prima o poi andrà approfondito (e si comincia già in " Scontro Finale", ossia nel numero 248). La gioia coperta dallo stupore di May  da una parte e la strizzata d'occhio di Legs per ora valgono il prezzo del biglietto. Come lo vale lo scontro Marvel-Style(2) tra Link e l'Hyperion ad alto tasso di spettacolarità (senza che però ci si dimentichi dei retroscena psicologici che stanno dietro al confronto diretto tra Darko e l'Agenzia Alfa).
Comincia ad inserirsi poi nella continuity anche Kay. Ed era pure ora...

Tutto bene quindi. Anche se qualcosina da ridire c'è. Specie l'inizio della sequela di salvataggi all'ultimo secondo di cui tutta la saga sarà infarcita. Nathan che viene salvato da Sigmund (NN 245, nei sotterranei del laboratorio), l'hovercraft dell'Alfa salvato da Kay prima e da Legs poi e infine ancora Nathan e soci salvati da Emma (che non vedevamo dai tempi della saga spazio-temporale). E ne "I Difensori" (NN 246) sarà una sagra di salvataggi miracolosi (ma ne riparleremo).
Qualche dubbio anche sul piano militare terreste. Dato che tutte le forze marziane sono impegnate sulla Terra non è chiaro perchè non si pensi di usare la flotta del comandante Wells per attaccare Marte alle spalle quando è privo di difese. Ma almeno qui si capisce che è per chiare esigenze narrative, quindi non ha senso fare troppo i puntigliosi (anche perchè non ci è dato sapere quali siano effettivamente le risorse belliche che i marziani hanno tenuto di riserva). Difetto che però è ampiamente compensato dalla marcia distruttiva con cui i tripodi annientano una per una tutte le strutture di comando terrestre. E dopo le pacchianate a cui avevamo assistito nella guerra tra la Terra e le Stazioni è sicuramente un passo avanti non da poco.

I disegni.
Chapeau a Olivares! L'ideazione grafica della serie è tutta sua e  non posso fare altro che lodarne il lavoro.  Non tanto per i tripodi, che sebbene ben realizzati non sono certo il massimo dell'originalità, quanto per "cosucce" come la Ares, i corazzati marziani e i soldati mutanti.
Per il resto un lavoro eccellente. Tra le varie:  l'assalto dei tripodi, le battaglie orbitali, lo scontro tra Link e l'Hyperion, la caduta del palazzo proconsolare e la città ridotta in macerie. Facendo così torto a tante altre tavole assolutamente straordinarie.
E qui la brutta notizia che tutti conosciamo da un pezzo. Finito questo lavoro Olivares passa anima e corpo a disegnare Dragonero(3). Ovviamente gli facciamo i migliori auguri (e certamente seguirò questa nuova saga in uscita nel 2013), ma di certo ne sentiamo già la mancanza :-(

Concludendo. 
Due albi (ma una sola storia) splendidi che ripagano della lunga attesa i tanti lettori. Le aspettative erano enormi (anche perchè la saga era in ritardo di due anni rispetto agli annunci) ma alla fine possiamo dirci soddisfatti. E il bello è che ancora non sapevamo che era solo l'inizio.... :-) E bravo Vietti! 

Valutazione
Soggetto: 7/8
Sceneggiatura: 9
Disegni:


(1) peraltro fare da baby-sitter al piccolo Matty  porta una sfiga pazzesca. Siamo alla seconda che muore...  meglio cercare lavoro altrove....
(2) i colpi sparati dal palmo della mano da Link fanno molto Iron Man con i suoi repulsori...e  a me Iron Man piace un sacco.
(3) tuttavia il buon Giancarlo, tramite forum ufficiale di Nathan Never, ha già avuto modo di chiarire come, se possibile, intenda in futuro regalare ancora qualcosa ai fan dell'Agente Alfa. Forse è difficile, ma perchè non sperare?

venerdì 17 febbraio 2012

Svelato il nome del successore di De Angelis alle copertine di Nathan Never

Con il numero 249 di Nathan Never assistiamo al passaggio di testimone alla copertina tra il veterano De Angelis (sempre ne sia fatta la lode!) e il subentrante Sergio Giardo, autore recentemente di un'ottima prova ne "I difensori" (NN 246).



De Angelis lascia il ruolo di copertinista dopo ben 16 anni (era il maggio del 1996) e 189 "primissime". Con enorme piacere scopriamo che la scelta è in verità solo parziale, dal momento che il disegnatore salernitano illustrerà le copertine dei vari Speciali, Maxi, Agenzia Alfa e Almanacco della Fantascienza ( e ricordando l'eccellente lavoro di Bertolini per le collane di Universo Alfa, Grande Ristampa e Asteroide Argo). 
Credo che nessuno si sia mai dimenticato dello splendore dei tecnodrodi  di quest'albo Gigante. 


Faccio i migliori auguri a Giardo. Anche se dopo il già citato "I difensori" credo di poter dire che non ci sia nulla di cui preoccuparsi. A De Angelis invece i più sentiti ringraziamenti per le tante splendide copertine che ci ha regalato (e penso sempre che mi piacerebbe un sacco rivederlo all'opera in un albo Gigante...). 



P.S: un paio di giorni e comincio a parlare della "Guerra dei Mondi" visto che si è conclusa anche la seconda (eccellente e spettacolare) parte....promesso...



Che oltretutto resta uno degli albi più memorabili della serie

(che  resta una delle copertine più belle in assoluto...)


Che fa parecchio da contraltare a quella di "Una canzone per Sara". 


e per la terza volta una delle copertine migliori ha ad oggetto la travagliata storia tra Nathan e Sara....deve essere un must... 
Con le copertine mi fermo qui. Come omaggio può bastare...anche se ne rimangono fuori molte...ad esempio l'ultima sull'albo attualmente in edicola non scherza affatto.. 

lunedì 13 febbraio 2012

Prossimamente...

Nella lista "prossime uscite" made in Marvel troviamo un paio di cosucce interessanti che vale la pena ricordare per quelli un po' meno attenti. Premetto che non ho letto gli albi originali (anche perchè non avrebbe molto senso cisto che tanto basta avere un po' di pazienza e li leggo direttamente in italiano...) e che quindi non ne conosco la qualità...vado a fiducia...

Ok. Intanto ricordo che a fine mese (il 23 per l'esattezza) esce l'ultima parte di Chaos War. Che non è una saga particolarmente originale, visto che l'universo Marvel è pieno di fetenti che vogliono distruggere tutto ciò che è stato creato e riportarci al nulla assoluto (qualcuno ha detto quella grandissima pippa di Annihilus???), ma in compenso ha visto dei ritorni mica da ridere. Ercole, Ares, Zeus (questi due un po' meno), l'Alpha Flight al gran completo (che era pure ora passata da un pezzo...) tanto per dire. Aggiungiamo anche che fa ampio uso dei pantheon "terrestri", con l'aggiunta di quello di Zenn-La (che per chi non lo sapesse è il mondo natale di Silver Surfer...) e altri. Mettiamoci qualche scontro epico, tipo quello tra Re Caos e Satana (per citarne uno di particolare impatto) e si dovrebbe capire perchè la saga merita una certa attenzione....






Sempre il 23 esce il primo numero di Spider Island (e chissà mai chi sarà il protagonista...).  La saga pare essere stata discretamente apprezzata sia su IGN (per chi si vuole informare basta cercare nel sito i numeri di Spider Man 667, 668, 669, oppure direttamente Spider Island e il gioco è fatto) che su Comic Book Resources  . Il che, per essere chiari, è già un buon punto di partenza. In totale la storia sarà pubblicata in 6 parti a cui si aggiungeranno, a partire da marzo, 3 storie pubblicare invece sulla testata Spider Man Universe.









Faccia cacare o meno invece l'evento di marzo (anche se a fine febbraio esce un volumetto che fa da prologo) è senza dubbio "Scisma" (diviso in 3 parti + 1 di prologo). Perchè dite? Perchè è una saga mutante. E dove ci stanno i mutanti di solito ci sono anche grandi cose. Non siete d'accordo? Amen, tanto questa non è un'opinione ma un dogma. Fine della discussione. Che succede in Scisma? E che ne so??? Anche se a dire il vero dovrebbe bastare il titolo per capirlo....fate così: andate alla fumetteria di fiducia e prendetelo così siete a posto (che poi l'ultima saga che avete letto era Age of X che non era certo da buttar via....)








Toccherà aspettare il 26 aprile per avere "L'Ordine di Thanos" nelle nostre mani. Ora...qui la qualità della storia mi interessa davvero poco. Più che altro mi interessa rivedere il Titano in azione. Per di più in una saga in cui ci sono, tra i vari, anche Galactus e i Guardiani della Galassia. Ecco, basta che combattano giusto un pelo e che Thanos sia semplicemente stronzo e onnipotente come la solito e il gioco è fatto. Quindi la domanda è: perchè spendere i soldi per questa saga? Ma cazzo, è ovvio...perchè c'è Thanos. Cioè quello che ha fatto il culo a strisce a Galactus, Annihilus e via dicendo... cioè a tutti tranne che a Tribunale Vivente e  al Supremo... e capirai...




domenica 12 febbraio 2012

Fear Itself #4


Tutto ha una fine. E arrivato al capitolo 4 di Fear Itself comincio a sperare vivamente che lo stesso a breve si possa dire di questo crossover. Senza volerne a Matt Fraction (che sta facendo meglio, fortunatamente, sia sulla serie regolare di Thor che su quella di Iron Man) e apprezzando, e tanto, il lavoro a tratti strepitoso di Stuart Immonen che a tratti riesce a far passare inosservata la pochezza narrativa della saga.  Anche in questo 4° numero le tavole da incorniciare sono molte e tra tutte spiccano l'evocazione delle milizie del Serpente (con tanto di martellone Asgardiano battuto al suolo) e l'ultima immagine che preannuncia uno scontro campale tra Thor e le due superpotenze "umane": Hulk/Null e La Cosa/Angrir (che nel mezzo ha massacrato Hulk Rosso senza troppi problemi)....

Per il resto? Appunto, per il resto nulla. Ma nulla davvero. Si tratta di un numero abbondantemente inutile che nulla aggiunge alla trama ed anzi serve solo ad allungare il brodo(1).
Abbiamo una serie di dialoghi che ci dicono cose che già sapevamo (anche se ringraziamo Fraction per aver saltato inutili ripetizioni di cose che già sapevamo), combattimenti appena abbozzati e rimandati ai numeri successivi, un confronto del tutto insoddisfacente tra Thor e il Serpente e l'ennesima serie di dichiarazione sulle dimensioni terribili della minaccia (2). Basta, tutto qui. E questa volta non si combatte neppure molto.
Diciamolo chiaramente. Se vi perdete il 4° numero di Fear Itself potete vivere tranquillamente senza rimorsi.
E ritorno a quanto detto poco tempo fa relativamente a questa serie: non ci siamo. E visto che mancano solo 3 numeri alla fine è difficile pensare che il parere possa cambiare.


P.S: tranquilli però che a fine mese esce il primo numero di Spider Island (saga composta da 6 numeri) e il prologo di Scisma, saga mutante che la Panini pubblica in 3 parti. In teoria dovrebbero aiutarci a superare la depressione prodotta da Fear Itself.



(1)Per di più che gli eventi principali (Iron Man incontra Odino, Loki che blocca le manovre del Serpente agli inferi, Steve Rogers che torna nei panni di Capitan America) vengono narrati sulle testate della serie regolare. Non che ce l'abbia con i Tie-in (anche perchè le serie regolari sopra citate le leggo comunque), ma una dinamica del genere tende a rendere il tutto troppo dispersivo e costringe il lettore ad uno sforzo non indifferente e spesso snervante.
 (2) Il problema è che intanto è uscito un altro crossover, ossia "Chaos War". Che è passato un po' inosservato  visto che ha ricevuto poca pubblicità e la cosa dispiace molto. Perchè qui assistiamo a eventi nettamente più epici, ad una minaccia davvero inquietante (e Re Caos è un bastardo da paura) e a ritorni piacevolissimi (Ercole, Ares, Alpha Flight al gran completo....). Ma ne riparlerò a breve.

sabato 11 febbraio 2012

Il Robo-minchia. Primo: Baldios

Che a voi Baldios piaccia o meno non è affar mio. Resto dell'idea che si trattasse di una grandissima minchiata.
Perchè dite? Perchè di si, basta vedere la trama e si capisce. A pelle. Anche a naso. 
E vabbè. Negli anni 80 ci hanno bombardato con anime di mega robottoni pronti a fare il macello per salvare la Terra da minacce aliene di ogni sorta ( e per oggi evitiamo di parlare di quella cagata suprema che fu Vultus V...ma solo per pietà). Poi però quando le trame disponibili sono finite tanto vale passare ad altro. Che se no escono ste gran vaccate. 
Riassunto.
(che è proprio molto bello anche da vedere...)

Inizia tutto su S1 (per gli amici. Per voi invece si chiama Saul 1) un bel pianeta retto da un imperatore (che chissà perchè tra le stelle ci sono sempre un sacco di imperi che perfino la Marvel ci ha piazzato i suoi che quelli pensati dai giapponesi non bastavano....) in cui gli umani vivono sotto terra perchè la superficie è devastata da radiazioni. Ora quelli di S1 stanno avanti una cifra con la tecnologia e così dopo tutto il tempo passato sotto terra hanno trovato il modo di salvare il pianeta e renderlo abitabile nuovamente. Solo che i militari si sono rotti le balle di stare sottoterra e anzichè aspettare che venga ultimata la soluzione decidono di ammazzare l'imperatore,
(che è questo qui con la barba e che noi vediamo solo con la vestaglia visto che sta dormendo)
mandando questa tipa qui che si chiama Afrodia 
e che per tutta la serie farà più morti della seconda guerra mondiale ma cercheranno di farcela passare per una buona traviata dal generale cattivo. Mente in realtà è solo un stronza che alla fine, quando ci resta secca, fate anche la ola con gli amici arrivati per l'occorrenza. 

Bon. Fatto il colpo di stato, muore il capo degli scienziati che è anche il papa di Marin. E chi 'azzo è Marin? Il protagonista. Muore il babbo appunto e muore il fratello di Afrodia che è un militare talmente stupido che non riesce neanche a far fuori dei topi da laboratorio senza lasciarci le penne. Cioè, muore... lo fa fuori Marin e allora Afrodia gli giura vendetta. Olè.
Ora i militari hanno fatto fuori l'imperatore e gli scienziati, caricano 100 milioni di persone sulla flotta stellare  e vanno alla ricerca di una nuova casa tra le stelle. Ossia: hanno fatto a pezzi un pianeta che poteva essere rimesso in sesto e reso abitabile in pochi anni, messo a segno un colpo di stato assolutamente inutile e scelto 100 milioni di fortunelli condannandone a morte altri miliardi per andare in giro per l'universo alla cazzo di cane sperando di trovare un altro pianeta....

E se non lo trovano? Vabbè, nel caso è andata male, ma ci abbiamo provato... succede... 
(la reazione di The Rock dopo aver appreso tale piano geniale è assai comprensibile..)

Allora adesso quelli di S1 (cioè i 100 milioni, gli altri sono morti tutti e vaffanculo) sono tra le stelle (suppongo su una flotta di 10.000 navi per poterci stare) e arrivano, ma guarda i casi della vita, sulla Terra. Nel 2100. Dove la tecnologia è più retro di quella che esisteva realmente nel 1980. Amen. Avanti. 
Arriva anche Marin, quello che ha perso il babbo che voleva bonificare S1 e che ha fatto fuori il tizio cattivo che ha ucciso il babbo e che è fratello di Afrodia che ha ucciso l'imperatore barbuto e in vestaglia su ordine del generale Theo Gattler (bello il nome...davvero fantascientifico). Ci arriva con un caccia monoposto che a quanto pare può solcare l'universo senza problemi. Anche se gli altri per farlo hanno dovuto usare una flotta... 
(che poi Marin è questo tizio qui se non lo sapete).

Arriva sulla Terra mentre quelli di S1 ci stanno zampognando. Ergo fa il culo a quello di S1 con il suo caccia. E noi lo mettiamo agli arresti e non ci fidiamo di lui. Tristezza. 
Poi alla fine ci fidiamo ed entra in una squadra. 
(notasi lei in body da danza. Indispensabile per guidare un mezzo da guerra).

Insieme fanno il Baldios. Ok. Via col video della composizione. Non aspettavate altro dopo tutto....




(potevo risparmiarvi la sigla versione Zecchino d'oro? Certo, ma non l'ho fatto...). 


Bon adesso capita sempre quello che succede in tutte le serie. Marin l'alieno combatte per l'umanità. Che lo tradisce.

(e cerca di sostituirlo con questo qui che non è poi mica tanto bravo. Cioè fa cacare...) 

O meglio sono quelli di S1 che per togliercelo glielo fanno credere. Si, anche se sono 100 milioni con una flotta infinita alla fine basta un solo cazzone con i capelli blu e un robottone per mandarli in crisi. 

E lui ci casca. Ma no. Lo fa perchè vuole Afrodia. Si, come sempre il buono è innamorato della stronzetta. 

La quale ricambia di cuore e dimostra la sua felicità dimostrandosi pronta a sposare Marin. 

Intanto Gattler 
                                   
che come tutti i generali dello spazio si veste coma il fante delle carte da briscola,  ha deciso un altro dei suoi piani. Intelligente quanto quello di distruggere S1 e uccidere 2-3 miliardi di persone del suo stesso pianeta. Ossia decide di sciogliere tutti i ghiacci del pianeta Terra

Geniale. 
Si lo sa anche lui che così il livello del mare si alza di 60 metri e 3/4 delle terre emerse vanno sotto acqua e non le puoi più usare. Ma a lui fa lo stesso. Mica son cazzi suoi. 



Poi il generale guarda la terra dalla spazio. Afrodia guarda fuori da un faro su una spiaggia. E si accorgono che la Terra è S1. Cioè viaggiando nello spazio sono rimasti fermi e si sono mossi solo a ritroso nel tempo. 
Che dire. Succede.

Ecatombe, miliardi di annegati e milioni di chilometri quadrati andati sotto acqua. Si salvano, che sfiga le basi militari e la guerra continua. Ora Gattler ha capito tutto. Quindi, dite voi, ferma tutto e si cerca un'accordo per salvare il suo stesso pianeta. Si, proprio, ti pare??? No. La guerra va avanti nello spazio. 

Come? Come sempre! La base terrestre di colpo riesce anche a volare
( visto che è anche molto aerodinamica)
Da qui ho smesso di prestare attenzione. Fino a che, rassegnato alla sconfitta, Gattler ha la terza pensata geniale della sua vita....

...far esplodere tutte le armi nucleari della Terra. Così la Terra diventa uguale ad S1, radioattiva, inabitabile e piena di città sotterranee. Ma non era scappato da S1 perchè si era rotto le balle di vivere sottoterra? Si, ma vabbè dai non ti lamentare che fa brutto. 
Mah.... Insomma scoppia tutto, la Terra diventa come S1, Gattler le prende da Marin e scappa via. Finale strappa lacrime di Marin che abbraccia il perduto amore Afrodia (si nel mezzo ci è rimasta secca sotto una frana. Cose che capitano se esci a fare un passeggiata tra Tsunami e Bombe H che scoppiano). Fine. Amen. Si è capito nulla, ma non c'era nulla da capire. Che figata Baldios.... 


P.S: manca la chicca che farà la gioia dei fan dell'astrofisica. S1 è il primo pianeta del su sistema solare. La Terra, come sappiamo il terzo. Succede che a causa della guerra (??????) Venere e Mercurio si scontrano (AHAHHAHAHAHAHAHAH!!!!) e vanno a pezzi. La Terra cambia orbita (AHAHAHAHAHAH!!!!), si avvicina al Sole e diventa il primo pianeta. Naturalmente la cosa non genera problemi al campo magnetico (....) o al campo gravitazionale. Ovvio, è Baldios! 

mercoledì 8 febbraio 2012

La bambola veneziana


Un po' ci rimani male alla fine. Non per il finale della storia, ma perchè date le premesse (e gli sfavillanti annunci della rubrica) e l'ambientazione (si parla di Venezia e per di più in pieno carnevale) ti aspetti qualcosa di memorabile. Mettici anche che il soggetto lo ha ideato Marolla. E chi è? Quello che aveva scritto "La locanda delle ultime feste" (Dampyr N.128) che non era mica male come storia. E invece alla fine ci rimani così così.

Non che l'albo inizi male, anzi. Prima una bella raffigurazione del carnevale di Venezia con tanto di classico delitto tra le calli (che non sarà originalissimo ma fa sempre la sua figura).  Poi lo spock del Casanova che viene a narrarti di quella volta che si innamorò perdutamente (il Casanova, mica uno che si da via per niente...) di Barbarina, dama muta e fredda e, guarda un po', di porcellana. Nel mezzo ti parla anche della baronessa Barbara Navager, donna affascinante e inquietante che non invecchia ed è misteriosamente legata a Barbarina. Un bel racconto quello del Casanova e da applausi lo stile narrativo di Boselli (come se fosse una novità...).

Solo che dopo (per la precisione dopo le prime 42 pagine) i due autori si annoiano e tagliano dritto verso la meta senza altre preoccupazioni. Lazzaro Zurlin dovrebbe essere un personaggio dilaniato dall'assurdità che rappresenta amare una macchina. Invece sembra solo un povero isterico un po' fuori di testa. Per di più che la bambola è posseduta da un cadavere vecchio di secoli. Cadavere che è rimasto cosciente anche dopo la morte. Sarebbe un dramma e ce lo dice. Ma il messaggio non arriva.
Harlan e soci dovrebbero scoprire tutto l'intreccio. Ma non lo fanno e scopriamo la storia di Zurlin dal suo stesso racconto in un momento in cui parla da solo. E passi che parli alla macchina che ama. Meno che racconti tutto quello che è successo (non so voi, ma io di regola non racconto a un soprammobile tutti gli eventi degli ultimi sei mesi).

Va anche detto che Barbarina (la bambola) dovrebbe avere un fascino magnetico e mistico. Bella è bella, per carità. Ma a parte questo non capiamo cosa abbia di ammaliante. E non è cosa da poco visto che è uno dei fulcri della storia.

Finito di tirarla per le lunghe si arriva al finale del quale si capisce poco. Manca l'azione e Harlan e Tesla arrivano alla fine dei giochi e non è chiaro cosa pensi di ottenere il cadavere della baronessa Navager legando Kurjak alla bambola. Mettici anche le ultime 3 vignette che ci chiariscono il destino di Lazzaro che sembrano prese dal più scontato dei film horror di basso livello e il gioco e fatto.

Peccato, perchè era iniziato tutto davvero bene.

Oh per i disegni di Alessio Fortunato il discorso di cui sopra non vale. Lui il suo lavoro lo fa da cima a fondo e anche abbastanza bene (e sarà anche che è uno dei disegnatori che preferisco). Non siamo ai livelli de "La casa delle cicogne" (Dampyr 130), ma si difende comunque bene...

Voto.
Soggetto (di Samuel Marolla): 5/6
Sceneggiatura (di Mauro Boselli): 6.5
Disegni (di Alessio Fortunato): 7.5

Insomma. Non che alla fine uno si penta di aver preso l'albo. Ma un po' ci rimani male ed è una sensazione che capita di rado con Dampyr.


P.S: il prossimo mese esce la prima parte di una doppia scritta da Boselli e disegnata da Majo ambientata a Milano. Direi che dovremmo andare tranquilli.

venerdì 3 febbraio 2012

Una canzone per Sara

Può capitare, talvolta, di sentire il bisogno di recuperare qualche storia dal passato. Qualche albo che, ad anni di distanza, ricordate ancora nitidamente come se lo aveste letto solo ieri. Una storia che vi è rimasta nel cuore, scolpita nella vostra memoria al punto che, anche se leggete tante serie diverse e un'infinità di libri, ancora oggi ricordate passo passo in ogni dettaglio.

Nathan Never affronta un ottimo momento. La "Guerra dei Mondi" (che a differenza di quanto pensa chi non legge le avventure dell'agente Alfa non ha nulla a che vedere con gli alieni visto che su Marte ci vivono ex coloni terrestri...) è davvero ben realizzata.

Poi però leggi "Una canzone per Sara" (NN 102).

Ti commuovi, soffri con Nathan, odi Sawyer e resti ammaliato da Sara. E ti chiedi cosa è cambiato. Non è difficile. Sono passati 13 anni da allora (era il novembre del 1999). Medda scriveva molto più di oggi e la serie non era ancora stata sconvolta dalla "Saga Alfa" (NN 104-108) ne dalla guerra con le Stazioni Orbitali (NN 157-161). C'era ancora un Nathan Never che non era solo un eroe di carta lanciato a testa bassa in missioni sempre più complesse e sempre più oscure. C'era un agente che prima ancora era un uomo. Che amava, odiava e piangeva il passato e affrontava con forza il presente. Che un giorno si ritrovò a pensare a Sara e si chiese quello che tutti una volta ci siamo chiesti o ci chiederemo. "E se...?". E allora ci venne regalata questa storia. Una storia che oggi non è più possibile. Perchè ne conosciamo il finale (Sara è tornata eccome subito dopo la guerra con le Stazioni Orbitali) e perchè il Nathan Never musone e dedito a riflessioni intime non esiste più.

Oggi. C'è un eroe che combatte nemici sempre più forti ed enigmatici ( Mister Alfa, Aran Darko, l'Uomo Quantico e magari in futuro ancora Neos e Kal Skotos e Vania Oliphant).
Ieri. Un eroe che in passato, quando nacque la serie, non esisteva. Avevo di meno e avevamo di più: avevamo solo un uomo. Ed è per ricordare quell'uomo che leggiamo ancora oggi dopo 13 anni "Una canzone per Sara". E che anche sapendo come andrà a finire sogniamo che possa finalmente riunirsi a Sara.

Amarcord. Necessario come l'aria che respiriamo.

(Se volete una recensione di questa storia meravigliosa vi rimando qui)