giovedì 15 dicembre 2011

I Contaminati. Uno speciale da dimenticare

Quando manca la voglia si vede. Caso emblematico questo "speciale" di Nathan Never. Lo dico subito: era da molto che non leggevo una storia così mal realizzata. Perlomeno dalla dimenticabilissima "Nelle profondità dell'oceano" (NN 220) che, guarda caso, rappresentava la prima parte della storia narrata in questo speciale. E qui sta già il primo problema, ossia l'idea incomprensibile di dare un seguito ad una storia che i fan dell'agente Alfa avevano cercato in tutti i modi di rimuovere.

Le ragioni dell'insuccesso sono molte e l'elenco (sommario) è presto fatto:
1- La storia non ha un minimo di pathos. Si narra della diffusione di una tossina che contamina 5 milioni di persone rischiando di provocare una ecatombe spaventosa (maggiore anche di quella provocata dalla guerra Terra-Stazioni e dalla successiva caduta di Urania). Eppure mai una volta ci viene trasmesso il senso di angoscia, di terrore e di panico che inevitabilmente dovrebbe essere al centro di tutto. La minaccia rappresentata dalla tossina è rappresentata in maniera grossolana e alla fine passa quasi inosservata...
2- alcune pagine sono del tutto superflue, utili sono ad allungare il brodo e a raggiungere la canonica quota 160. Un esempio sono le pagine da 22 a 25. Potete saltarle e non cambierà assolutamente nulla.
3- alcune mancanze di fiducia nella memoria dei lettori sono abbastanza fastidiose. Il lettore di Nathan Never conosce benissimo la dottoressa Weston fin dai tempi de "La Morte Bianca" (NN 141). Eppure ogni volta che appare deve spiegare da capo la natura dei suoi poteri come se fosse una novità assoluta. Passi che lo faccia davanti ad estranei, ma che sia Nathan a chiederlo ogni volta suona abbastanza ridicolo.
4- L'Agente Alfa non ha avuto molte storie d'amore (giustamente visto la natura tormentata del personaggio). Di certo quelle poche che ha avuto sono nate in dopo grandi difficoltà e con non poche fatiche. In ogni caso sono nate al termine di albi splendidi. Ricorderete "Hadija" (NN 66) e "Dopo l'Apocalisse" (NN 162-164). La dinamica con cui nasce il rapporto tra Nathan e Diane è invece decisamente stucchevole e banale.... 
5- Le citazioni a vecchi albi fanno piacere se hanno un senso, non se sono inseriti tanto per fare. Le citazioni a NN-Gigante 12 e a NN 183-184 sono particolarmente pretestuose e danno anche qui l'impressione di essere utili ad allungare il brodo e a dare spazio a qualche dialogo in più senza che la storia ci guadagni nulla....
6- Anche il soggetto ha delle pecche. L'idea di rubare un'alga gigante è abbastanza demenziale. Vedere inoltre con quale facilità un marinaio riesca ad entrare nei sorvegliatissimi laboratori del Consiglio di Sicurezza (che, vale la pena ricordarlo, coordina le forze militari del pianeta in caso di crisi e minacce alla pace) è desolante. Che poi il marinaio sia provvidenzialmente parente di una ricercatrice dello stesso centro è vagamente poco credibile.
7 - Nathan e soci capiscono tutta la dinamica della vicenda per ispirazione divina. Non indagano mai, eppure sarebbero agenti speciali di una agenzia investigativa.... 
E ci fermiamo qui, ma solo per bontà d'animo.

Nota assolutamente negativa ai disegni. Giez non solo non convince ma causa anche un certo fastidio nel lettore che si trova di fronte ad una prova pesantemente al di sotto della media di decenza (e questo in un momento in cui sulla serie regolare si alternano le opere dei grandi Olivares e De Angelis). Giez assomoglia terribilmente al primo Di Clemente (che poi, va detto, è migliorato enormemente ed oggi è una firma molto gradita). Apprezzo che la Bonelli tenti di testare nuovi disegnatori, ma per rispetto di chi decide di spendere il proprio denaro per acquistare un albo, dovrebbe garantire uno standard minimo. Una prestazione del genere (personaggi inespressivi, chiaroscuri fastidiosi e grandi scenari che non trasmettono nulla) non è accettabile.

Voto. Storia (soggetto e sceneggiatura) 4; disegni: 2.

Postilla alla copertina di De Angelis (come sempre il suo è un ottimo lavoro). La scena rappresentata di fatto non si verifica nella storia se non per un paio di pagine. Comprensibile che di fronte ad una storia tanto scialba si sia dovuto inventare qualcosa pure lui :-)

sabato 10 dicembre 2011

Fear Itself

Mi pare doveroso ricordare (con grave ritardo) l'avvento nelle nostre edicole e fumetterie del nuovo Crossover Marvel Fear Itself. Penso che ci siano tutti gli elementi necessari per assistere ad un nuovo capolavoro come non si vede dai tempi dell'indimenticabile Civil War, o quanto meno questa è l'impressione che ne ho avuto dopo aver letto il primo numero della miniserie (copertina qui sotto) e gli eventi collaterali presenti sui numeri di novembre di Thor e Iron Man.


La trama è presto detta. 
Sin, figlia del Teschio Rosso, prende possesso di un antico martello riportato dal padre sulla terra. L'effetto di tale ritrovamento va ben oltre le sue attese, dal momento che al contatto con lo stesso viene trasmutata in Skadi (leggendaria gigantessa della mitologia norrena). 
Nel mentre Tony Stark, affiancato da tutti i Vendicatori, annuncia l'imminente inizio dei lavori per la ricostruzione di Asgard (caduta sulla Terra e distrutta durante gli avvenimenti della miniserie "Assedio"), vista come grande occasione di rilancio dell'economia e quindi grande possibilità di benessere. 
Le cose però non vanno come sperato. Sin/Skadi scende nella fossa delle Marianne, dove risveglia il Serpente, fratello incatenato di Odino, che egli considera un usurpatore e al quale intende muovere guerra. 
Odino viene a conoscenza del fatto e dopo un furioso scontro con Thor riporta Asgard nel suo luogo di origine, lasciando i Vendicatori da soli di fronte all'imminente minaccia che nel frattempo si materializza dal cielo sotto il misterioso nome di "Valorosi"....  


Per il resto chi vivrà vedrà. Bye! 

sabato 3 dicembre 2011

Legion 75


Di regola le mie letture fumettistiche sono limitate agli albi della Bonelli e a qualche collana edita dalla Panini. Non che ci sia un vero motivo, più che altro è un abitudine. L’unica volta in cui sono venuto meno alla consuetudine mi è pure andata bene. Infatti quella volta mi imbattei nello splendido Nemrod. Di tempo ne è passato un po’ e ho pensato bene di bissare. E la fortuna ha voluto che mi andasse di nuovo bene.

Parliamo di Legion 75, nuova miniserie bimestrale (per un totale di 6 albi) edita da Star Comics.
Il primo numero merita tutti i miei più vivi complimenti, tanto per la trama quanto per lo stile narrativo. Un po’ meno (ma è questione di gusti) per i disegni. Mi spiego meglio.

Trama.
La serie si dipana su due linee temporali in cui assistiamo alle vicende dei due protagonisti della serie. Nella prima linea narrativa, ambientata a Londra nel 1975, seguiamo le avventure di Byron Truman, ex poliziotto, ora agente operativo dell’MI6. La seconda linea temporale ci proietta nella Londra post-apocalittica del 1985, nella quale si muove l’Uomo Senza Nome (anche perché a causa di una grave amnesia non se lo ricorda).
Ovviamente nel 1975 si svilupperanno (e hanno già iniziato a svilupparsi) gli eventi che condurranno alla catastrofe, mentre nel 1985 se ne vedono le conseguenze.
Una scelta complicata, che può generare qualche difficoltà al lettore che intenda seguirne la trama. Problema che però viene agevolmente risolto da un’ottimo ritmo narrativo, da uno stile letterario mai artificioso o prolisso (cosa che capita invece in molte altre testate italiane), che rende il tutto molto godibile.

In particolare di primo acchito direi che ciò che è riuscito meglio sono i protagonisti. Cosa non da poco. In particolare ho apprezzato enormemente Byron. Uomo travolto da un passato terribile, che peraltro ci viene spiegato senza troppa retorica o utilizzi di scenette trite e ritrite (altro punto a favore). Spietato, incontrollabile, privo di morale, carico d’odio e incapace di mezze misure. Un personaggio essenziale e dal di assoluto carisma.
Meno riuscito invece l’Uomo Senza Nome. Ma non darei di questo la colpa a nessuno. Trattandosi di un personaggio che si trova a muoversi senza comprimari in un ambiente da incubo è abbastanza naturale che il suo personaggio risalti di meno. Non che sia un fallimento anzi. Infatti bastano poche scene molto movimentante perché tale piccolo difetto passi in secondo piano. Diamogli tempo, credo che alla fine mi rimangerò anche queste critiche.

Il ritmo della storia invece è perfetto. Molta azione, ma mai eccessiva o esagerata per quanto concerne il 1975, mentre è perfettamente super-eroica nella seconda parte (ossia il 1985). L’autore (diamogli un nome: Walter Riccio) distilla molto bene i colpi di scena, crea un atmosfera perfettamente noir (1975) e trasmette il senso della desolazione e della morte (nel 1985), creando senza troppe ricercatezze fini a se stesse una godibilissima sensazione di attesa per gli eventi futuri, il tutto condito dalle inevitabili domande sulla natura del progetto Sovereign.

Discreti i disegni di Renato Riccio (che si occupa del 1975) e del duo Statella/Fara (per il 1985), anche se in generale non mi fanno impazzire di gioia. Ma anche questi sono gusti.


Volendo dare un voto all’albo: 8 alla storia (comprensivo di soggetto e sceneggiatura); 6.5 ai disegni

Un buon inizio per una serie che promette davvero molto bene. 

giovedì 1 dicembre 2011

La guerra dei mondi

Attendere la fine della saga Neveriana in corso per farne una recensione ( o qualcosa che ci somigli) è decisamente frustrante (non fosse altro che per la durata incredibile della stessa, ben 15 albi....). Tenuto conto che la saga si articola in 3 parti separabili (ma che ovviamente costituiscono un unico continuum narrativo) tanto vale procedere alla valutazione della prima di queste parti (albi numeri 239-243).

Al solo fine di essere chiari ricordiamo che la prima parte costituisce il preambolo e la base della serie e potremmo chiamarla "Introduzione", la seconda parte riguarda le sole vicende belliche della guerra tra l'alleanza Terra/Stazioni e l'Impero di Marte dominato dai pretoriani e potremmo chiamarlo "Guerra" (albi 244-249), mentre infine la terza parte getterà le basi della nuova "era" neveriana e potremmo chiamarla "Un nuovo domani". Non si tratterà di cambiamenti di poco conto, ma di un vero azzeramento della serie (stando a quanto si dice), con un cambio anche in redazione: Vietti, croce e delizia di molti di fan (che non gli hanno perdonato l'abbandono delle atmosfere Bladerunneriane imposte dal mitico Trio dei sardi Medda-Serra-Vigna, ma che si sono appassionati alle complicatissime trame politiche e miliatari da lui introdotte) sarà meno presente (non che ci volesse molto visto che ad oggi scrive un numero impressionante di storie su tutte le testate di Nathan Never*) e il suo posto sarà occupato dai promettenti Perniola e Rigamonti. Pessima notizia. Forse dal numero 250 De Angelis non sarà il copertinista (ruolo che ricopre dal numero 60).

Recensiamo.... 
Ma passiamo alla valutazione della prima parte della saga che risponde al nome, poco fantasioso a dire il vero, di "Guerra dei Mondi".

Come inizia la guerra tra due mondi, destinata ad azzerare una testata con vent'anni alle spalle? In modo banale, quasi noioso.

Il buon vecchio Nathan infatti si troverà ad indagare su qualcosa di molto poco eccitante, ossia irregolarità contabili e documentali compiute dalla Imperium per ottenere il monopolio delle opere di ricostruzione della Città Est, ancora sfregiata dalla Guerra contro le Stazioni Orbitanti e dalla caduta di Urania.
Non così noioso a dire la verità. Il primo atto della saga infatti è l'omicidio del potentissimo Kopper,  atto che impedisce la fusione tra due grosse società terrestri, lasciando campo libero proprio alla Imperium che farà man bassa degli appalti. Seguiranno a stretto giro di posta altri reati e morti provvidenziali, a cominciare da quello del procuratore Reylla, osteggiato dal suo superiore, la corrottissima Eleanore Klint, per aver messo in mezzo proprio l'Agenzia Alfa. Ma si tratta pure di un scontro politico tra la stessa Agenzia e i poteri forti, in primis Kassavidis, nuovo presidente.
Questa la prima parte, scritta da Vigna e disegnata dall'intramontabile Bonazzi (e per la nota si tratta degli albi 239, 242 e 243). Poi, nel mezzo c'è una seconda trama, funzionale alla prima, che si dipana sugli albi 241-242 scritta da Vietti e disegnata da Jacomelli (240) e dal duo Denna/Corbetta (241).

La scelta di far scrivere l'introduzione a due autori non è esattamente fortunata, e le scelte narrative di Vigna lasciano qualche perplessità. Mi spiego.

Vigna da vita ad una trama lenta e a tratti noiosa. Non che un'indagine sul losco mondo degli affari e della politica dominato dalle tangenti e dagli omicidi sia di scarso interesse, ma 3 albi sono decisamente troppi. Si percepisce la volontà di tirarla per le lunghe, con il risultato paradossale che l'evento gli eventi più allettanti e clamorosi (SPOILER : Sigmund e Darver vengono scoperti a fare uso di dossier bomba con cui ricattano i poteri forti, Nathan per reazione si dimette....FINE SPOILER) alla fine sono trattati in fretta e furia, quasi che in 3 albi non ci fosse lo spazio sufficiente (mentre invece c'è un sacco di spazio per inutili e noiosi dialoghi con i quali ci viene riassunta in continuazione tutta la storia, come se il lettore fosse un cretino che non ricorda quanto ha appena letto....).

Sia chiaro che di parti interessanti ce ne sono molte. Un esempio è il racconto dell'origine dei pretoriani, ma non solo. La sensazione finale è comunque quella di aver letto qualcosa di interessante e ben costruito, ma comunque capace di lasciare un certo senso di insoddisfazione.

Meglio invece i due albi di Vietti. Sarà che le tematiche trattate (lo scontro tra le Telepati e la clonazione su larga scala, per dirne due) sono molto più interessanti. Sarà anche che i personaggi che compaiono sono apprezzate vecchie conoscenze (Resya, Abraham, Diane Weston e soprattutto Aran Darko) che fa piacere ritrovare coinvolte. E, ancora, sarà che il ritmo è molto più incalzante e l'azione più avvincente. Ma sta di fatto che i due albi sono decisamente più godibili e convincenti.

Quanto ai disegni (sui quali esprimo opinioni del tutto personali). Bonazzi se la cava come sempre abbastanza bene. E qui sta la nota negativa (se così di può dire). Ci abituato molto bene e quindi restiamo delusi anche quando i disegni sono "solo" buoni. Di fronte ad una prova più che sufficiente ma meno curata del solito viene da pensare che il problema sia dovuto ad una certa fretta nel realizzare l'immensa mole di lavoro che gli è toccata in sorte (3 albi sono davvero tanti). Idem per quanto concerne la prova di Jacomelli. Anche qui una prova sufficiente, ma molto lontana dall'eccellenza di alcuni lavori passati (e anche qui viene da pensare che la colpa sia del tempo avuto a disposizione). Meglio il lavoro della coppia Denna/Corbetta che mi pare davvero ben riuscito (ed è con piacere che apprendo che saranno loro anche i disegni di un altro numero della saga).


Riassumendo.
Un inizio discreto senza dubbio. Meno emozionante di quanto si poteva immaginare, ma che senza dubbio lascia ben sperare per il proseguo della saga. Ovviamente il ritmo è destinato ad aumentare, così come le sorprese. Attendiamo fiduciosi.

Voto (Vigna, poi Vietti)
Soggetto : 6 e 6.5
Sceneggiatura: 6.5 e 6.5
Disegni: 7 e 6.5


(clicca sulle copertine per ingradire) 

Age of X



Che cosa sarebbe successo se il professor Xavier non avesse potuto assemblare il suo primo gruppo  aricercando la via della pace e della coesistenza tra mutanti e umani/sapiens? Ecco, in questa serie, divisa in 7 albi lo sapremo con chiarezza. Dalle fucine Marvel alle nostre edicole esce Age of X, serie sideways (il classicissimo "cosa sarebbe successo se..." ). Stiamo a vedere.